Tematica Piante

Orobanche purpurea Jacq., 1762

Orobanche purpurea Jacq., 1762

Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)

Classe: Magnoliopsida Brongn. (1843)

Ordine: Scrophulariales Lindl. (1833)

Famiglia: Orobanchaceae Vent., 1799

Genere: Orobanche L, 1753


itItaliano: Succiamele azzurro

enEnglish: Yarrow Broomrape, Blue Broomrape

frFrançais: Orobanche pourprée, Orobanche pourpre, Orobanche violette, Phélipée pourpre, Phélipée blanche

deDeutsch: Violette Sommerwurz

Descrizione

Il nome generico (Orobanche) deriva da due termini greci òrobos (= legume) e anchéin (= strozzare) e indicano il carattere parassitario di buona parte delle piante del genere di questa specie soprattutto a danno delle Leguminose (nell'antica Grecia questo nome era usato per una pianta parassita della "veccia" - Vicia sativa). Il nome specifico (purpurea) fa riferimento al colore dell'infiorescenza. Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto dal medico, chimico e botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin (Leida, 16 febbraio 1727 Vienna, 26 ottobre 1817) nella pubblicazione "Enumeratio Stirpium Pleraumque, quae sponte crescunt in agro Vindobonensi - 108, 252" del 1762. Queste piante sono alte da 15 a 50 cm. La forma biologica è terofita parassita (T par), ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In questa specie sono presenti anche piante con forme biologiche perenni tipo geofite parassite (G par), ossia sono piante provviste di gemme sotterranee e radici che mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante (sono quindi piante parassite). Non contengono clorofilla per cui nel secco si colorano di bruno. Le radici sono fascicolate e si diramano da un bulbo o rizoma centrale. Nella parte finale sono provviste di austori succhianti che parassitano l'apparato radicale delle piante ospiti. La parte aerea del fusto è eretta, pubescente (pubescente-ghiandolosa soprattutto nella parte alta), semplice e colorata di violetto; la forma è cilindrica, scanalata e con un ingrossamento alla base. Gli scapi terminali sono sempre fioriferi (mai sterili). Le foglie sono scarse e ridotte a delle squame spiralate ed hanno delle forme generalmente lanceolato-acuminate. Dimensione delle foglie: larghezza 3 mm; lunghezza 13-16 mm. Le infiorescenze sono a forma di spiga o racemo con fiori ben distanziati. Le brattee dell'infiorescenza sono del tipo lineare-subulato. Dimensione dell'infiorescenza: larghezza 4-4,5 cm; lunghezza 10-20 cm. Dimensione delle brattee: larghezza 2 mm; lunghezza 10-13 mm. I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calice-corolla - androceo–gineceo) e pentameri (la corolla è a 5 parti, mentre il calice anch'esso a 5 parti spesso è ridotto). In questa specie i fiori alla base sono avvolti da 5 elementi distinti: in posizione centrale (all'esterno) è presente una brattea; su entrambi i lati è presente una lacinia calicina profondamente bifida e una bratteola lineare. Lunghezza totale del fiore: 18-28 mm. Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale: X, K (4/5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula. Il è gamosepalo a 5 parti, ossia una brattea centrale, quattro sepali saldati 2 a 2 a forma triangolare lunghi il doppio della loro larghezza alla base, più una bratteola per lato. Sulla superficie del calice sono presenti tre venature. Dimensione del calice: 10-12 mm. Corolla: la corolla, di tipo personato, è simpetala e consiste in un tubo cilindrico terminante in un lembo bilabiato; dei due labbri quello superiore è intero, mentre quello inferiore è trilobato con lobi ovati. La superficie della corolla è pubescente per peli ghiandolosi, ed è colorata di blu-violaceo. Dimensione della corolla: 18-24 mm. Diametro alle fauci: 4-6 mm. Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli). I filamenti sono quasi glabri (o poco pelosi) e sono inseriti a circa 1/3 dalla base della corolla. Le antere, glabre a forma oblunga, sono disposte trasversalmente e sono provviste di due logge più o meno uguali. Le sacche polliniche hanno l'estremità inferiore a forma di freccia. Gineceo: l'ovario è supero formato da due (o tre) carpelli ed è uniloculare; le placente sono due o quattro di tipo parietale, a volte unite al centro e portanti un numero molto elevato di ovuli. Lo stilo è del tipo filiforme; lo stigma è capitato o del tipo a 2-4 lobi ed è colorato di biancastro o più o meno azzurro. Il frutto è una capsula loculicida a forma più o meno ovoidale. I semi, molti e minuti dalle dimensioni quasi microscopiche, contengono un embrione rudimentale indifferenziato e composto da poche cellule; sono colorati di nero. Dimensione della capsula 7-12 mm. L'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama). Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori. Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento - disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Queste piante non contengono clorofilla per cui possiedono organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante. Le loro radici infatti sono provviste di uno o più austori connessi alle radici ospiti per ricavare sostanze nutritive. Inoltre il parassitismo di Orobanche purpurea è tale per cui anche i semi per germogliare hanno bisogno della presenza delle radici della pianta ospite; altrimenti le giovani piantine sono destinate ad una precoce degenerazione. Normalmente le specie di questa voce sono parassite delle specie dei generi Achillea, Artemisia e altre specie della famiglia Composite.

Diffusione

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo / Sud Siberiano (steppico) o anche Sud Europeo / Sud Ovest Asiatico. In Italia è una specie rara, ma si trova più o meno su tutto il territorio. Nelle Alpi ha una presenza discontinua. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (tutti i dipartimenti alpini: Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes, Drôme, Isère, Savoia e Alta Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese, Ticino e Grigioni), in Austria (Länder del Tirolo Settentrionale, Tirolo Orientale, Salisburgo, Carinzia, Stiria e Austria Inferiore). È presente anche in Slovenia. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[12] Nel resto dell'Europa si trova ovunque a parte alcune aree Nord-Orientali. È presente anche nella Transcaucasia, Anatolia e nel Magreb occidentale. L'habitat più comune sono le aree nelle quali vegetano le specie dei generi parassitati (vedi paragrafo "Biologia"); ma anche nelle praterie rase, prati e pascoli aridi dal piano collinare a quello montano. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1400 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale - a livello del mare).


10632 Data: 17/02/2016
Emissione: Riserva naturale di Longis
Stato: Alderney